AIMAT 2023

«La transizione all'elettrico favorirà l'impiego di compositi»

Intervista a Enrico Pisino, CEO del Competence Industry Manufacturing Center 4.0 (CIM4.0), uno degli otto centri di competenza nazionali (con sede a Torino) a supporto delle imprese per la digitalizzazione industriale e il trasferimento tecnologico

Quinta intervista dello speciale dedicato al convegno nazionale AIMAT - Associazione Italiana Ingegneria dei Materiali - a Catania, nelle sale delll'Hotel Plaza, dal 28 maggio al 1^ giugno. Quella che segue è la trascrizione di una chiacchierata con Enrico Pisino, CEO del Competence Industry Manufacturing Center 4.0 (CIM4.0), uno degli otto centri di competenza nazionali (con sede a Torino) a supporto delle imprese per la digitalizzazione industriale e il trasferimento tecnologico.

di NICOLA CATENARO

Dottor Pisino, con il Competence Industry Manufacturing Center 4.0 sostenete le imprese nella digitalizzazione industriale e nel trasferimento tecnologico. In cosa consiste questa attività e quali risultati state ottenendo?
«Il CIM4.0 è uno degli otto centri di competenza nazionali, di emanazione del Ministero dello Sviluppo Economico, con sede a Torino. Costituito da Politecnico e Università di Torino unitamente ad importanti partner industriali, è il polo di riferimento per tutto ciò che riguarda il trasferimento tecnologico, la diffusione di competenze e specializzazioni legate a cicli produttivi tecnologicamente avanzati e la formazione e la cultura 4.0 delle aziende. Compito di CIM4.0, attraverso le due linee pilota, “Digital Factory” e “Additive Manufacturing”, è supportare la maturazione tecnologica di processi e prodotti innovativi. Abbiamo inoltre sviluppato un nuovo modello di formazione continua: grazie ai corsi del Learning Hub e a CIM4.0 Academy, un percorso di alta formazione realizzato in collaborazione con la Scuola di Master del Politecnico di Torino, è possibile ottenere le abilità e le conoscenze necessarie per guidare e gestire la trasformazione digitale delle imprese. L’ultimo asset che caratterizzata le nostre attività è rappresentato dalla pubblicazione di bandi per la formazione e per i progetti di ricerca a cui possono partecipare le aziende che operano fattivamente su tutto il territorio nazionale».

Lei ha lavorato molto nell’automotive. La transizione all’elettrico è la direzione giusta?

«Direi che si va nella direzione giusta quando si sviluppano soluzioni di mobilità sostenibile a 360 gradi, ossia che risultino accessibili ai cittadini in termini economici, abilitanti lo sviluppo economico dei territori e soprattutto rispettose dell’ambiente garantendo un futuro salutare del pianeta. Pertanto, soluzioni che garantiscono l’annullamento delle emissioni di CO2 e degli inquinanti. L’elettrico a batterie o a fuel cells, cosi come i motori a combustione interna che impiegano “E-Fuels” o Bio-carburanti, consentono lo sviluppo di una mobilità sostenibile e quindi direi che stiamo andando nella direzione giusta. Occorre sottolineare che molto resta da fare per lo sviluppo della piena sostenibilità. Oggi i veicoli a batteria non rappresentano un prodotto accessibile, l’energia rinnovabile non è ancora sufficiente a garantire la potenziale domanda, le filiere produttive non sono consolidate, le infrastrutture di ricarica sono insufficienti, soprattutto in Italia. Abbiamo più di dieci anni in Europa per preparare le infrastrutture, per ottimizzare ed innovare i prodotti, per garantire la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per sviluppare l’economia circolare fondamentale per il raggiungimento della piena sostenibilità. Occorre in estrema sintesi agire alla velocità della luce, tutti in modalità “pro attiva” e “innovativa”, la roadmap è tracciata».

I compositi potrebbero avere maggiore spazio nell’auto del futuro secondo lei? 
«Certamente il tema dell’alleggerimento dei veicoli, dalle strutture alle finizioni, particolarmente sentito nello sviluppo di veicoli elettrici a batterie, promuoverà l’approccio del metal replacement e favorirà quindi l’impiego di materiali polimerici e compositi. Sarà però fondamentale garantire l’impiego di tecnologie di fabbricazione per alti volumi produttivi e promuovere concetti di circular economy per favorire la sostenibilità totale del prodotto. Anche lo sviluppo e la diffusione di nuove formule veicolo (ad esempio, quadricili) con prestazioni strutturali meno esasperate, favorirà questo processo e quindi l’impiego di materiali compositi».

Innovazione e sostenibilità sono un valore aggiunto o una scelta obbligata per le aziende?
«La sostenibilità direi che è una scelta obbligata delle imprese, non c’è un’altra opzione per operare in Europa ed in Italia. Può però essere vista come una opportunità data alle nostre imprese per recuperare il gap di competitività che oggi misuriamo mediamente rispetto ai migliori in Europa.L’innovazione, così come la digitalizzazione, invece va vista come la leva a disposizione per recuperare il gap e per accelerare la transizione green verso la piena sostenibilità».

Vede un futuro realmente verde per la scienza e la tecnologia dei materiali?
«Mai come ora, abbiamo bisogno di un approccio profondo e scientifico nell’impiego dei materiali nei differenti settori industriali guidati tutti nella transizione tecnologica dalla sostenibilità economica, sociale e ambientale. La sostenibilità ambientale non è un’opzione ma un must, quindi direi che il futuro anche per la scienza e la tecnologia dei materiali sarà senz’altro verde».

CHI È

Enrico Pisino è un ingegnere con una lunga carriera in Fiat prima e in Chrysler e FCA poi. Ha sviluppato un'esperienza ventennale tecnica e manageriale contribuendo alla digitalizzazione del processo di sviluppo prodotto di FCA ora Stellantis. Nei primi anni 2000 si è occupato in Fiat di programmi di ricerca e concept car per poi ricoprire il ruolo di direttore del dipartimento Advanced Manufacturing e Materials del Centro Ricerche Fiat.

Dal 2008 al 2011, nell’ambito dello sviluppo prodotto, ha guidato la Direzione Interiors contribuendo a ridefinire una supply chain globale e coerente con ampliamento dei brand. Dal 2011 al 2019 è stato responsabile della Ricerca&Innovazione di Chrysler in USA prima e successivamente di FCA ricoprendo il ruolo di responsabile globale del Piano Innovazione. Dal 2016, anno in cui ha rappresentato l'industria italiana al G7 dei Trasporti a Karuizawa in Giappone, sino al 2021, Enrico Pisino è stato Presidente del Cluster Tecnologico Nazionale dei Trasporti e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Politecnico di Milano.

Dal 2019 è CEO del Competence Industry Manufacturing Center 4.0 (CIM4.0). Nel 2023 è nominato Chairman della WCM (World Class Manufacturing) Association.

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