L'attuale crescita del settore dei compositi è rapida: le previsioni, come noto, parlano di un aumento del 40% nel periodo compreso tra il 2014 e il 2020, di cui solo il 2% nella nautica e il 14% nello sport e nel tempo libero. Ci si concentra sulla forza, sulla leggerezza e sulla resistenza del materiale per potersi avvalere dei numerosi vantaggi ambientali dovuti al suo utilizzo, in particolare nel settore dei trasporti dove l'alleggerimento si traduce direttamente in ridotte emissioni di carbonio.
Alla Land Rover Ben Ainslie Racing (BAR), il noto team sportivo commerciale, usano strumenti come la carbon footprinting e la life cycle assessment per vedere in prospettiva l'impatto di test e modelli costruiti e poi utilizzano questi strumenti per capire dove possono essere fatti cambiamenti positivi non solo con riferimento alle loro attività, ma in tutta l'industria dei compositi.
In ogni caso, è la natura intrinseca dei materiali in fibra di carbonio a renderli difficile da riciclare e la dimostrazione è data dalla limitata disponibilità commerciale di strumenti. Le soluzioni per riciclare la fibra di vetro sono molto avanzate, con i rifiuti utilizzati nei forni da cemento che aiutano a ridurre l'impatto ambientale delle produzioni. Altre possibilità di utilizzo sono state trovate nei prodotti sostitutivi del legno per l'edilizia.
La fibra di carbonio invece è costosa e la sua produzione richiede un notevole dispendio di energie; per questo c'è un grande fermento commerciale intorno all'idea del riciclo dei materiali in questo settore. La pirolisi che comporta la separazione della resina dalla fibra ad alta temperatura è disponibile in commercio, ma la domanda sta superando la disponibilità. La solvolisi, che comporta lo scioglimento delle resine dalle fibre, con la possibilità di recuperare parte della resina, è un processo attualmente allo stato iniziale.
D'altronde la fibra di carbonio è utilizzata proprio per la sua resistenza e per la sua durata nel tempo e le attuali quantità limitate di prodotti a fine vita fanno sì che le tecnologie siano lente a progredire e difficili da portare in scala. Queste circostanze naturalmente offrono di contro l'opportunità di lanciare la sfida verso la circolarità del materiale e porre le basi affinchè i prodotti attualmente in produzione possano essere rielaborati e riciclati in modo efficace.
Il team della Land Rover BAR si è fissato obiettivi impegnativi di scarto con un minimo del 60% dei rifiuti da riciclare e la restante parte da destinare al recupero di energia. Un esempio da seguire. In futuro, infatti, la rigenerazione dei rifiuti provenienti all'industria del carbonio potrebbe portare vantaggi a un numero significativo di applicazioni industriali.
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10 gennaio 2017