di NICOLA CATENARO
Prosegue la serie di interviste esclusive del nostro portale sul futuro dei compositi. Oggi è la volta di Alessio Lorusso, fondatore e CEO di Roboze, azienda italiana (con sede anche negli Stati Uniti) che progetta e produce stampanti 3D e materiali compositi/superpolimeri.
Stampa 3D e materiali compositi: si tratta di un binomio vincente? Se sì, perché?
«Stampa 3D/materiali compositi è assolutamente un binomio vincente da vari punti di vista. La tecnologia di produzione additiva FFF, come sappiamo, consente alle imprese di poter ottenere parti finite o stampi abbattendo costi e tempi rispetto ai metodi tradizionali. L’utilizzo poi di materiali compositi permette di ottenere eccellenti prestazioni meccaniche, senza che venga meno la flessibilità tipica del processo di stampa 3D».
Dal punto di vista prettamente economico, quali sono i vantaggi della stampa 3D abbinata al mondo dei polimeri e dei compositi?
«Economicamente parlando questo binomio può incidere in più fasi della catena produttiva, dalla progettazione alla produzione di parti finite, fino a vantaggi indotti dalla riduzione dei pesi. I casi più lampanti si vedono nell’industria dell’aviazione. Un caso di studio di successo è quello di Leonardo Aerostrutture. L’applicazione indagata riguarda il rimpiazzo degli stampi tradizionali metallici con elementi polimerici (Roboze Carbon PA e Carbon PEEK) per la produzione di montanti e giunti di trave per l’assemblaggio del telaio della chiglia di un aereo di linea. I risultati ottenuti vedono una riduzione del lead time da 3 settimana a poco più di un giorno, una riduzione del peso del 78% e un abbattimento di costi del 35%».
Gli indicatori del mercato, a livello internazionale, danno la domanda dei materiali compositi in crescita. Tuttavia, non si tratta di materiali recentissimi. Perché accade questo?
«Credo che i motivi siano legati alla volatilità del mercato delle materie prime, alle performance delle parti prodotte e maggiore attenzione a consumi ed emissioni. Quest’ultimo punto in particolare gode di serio impegno da parte di aziende e organizzazioni mondiali. La densità dei polimeri è molto bassa, generalmente almeno la metà di quella dei metalli. Ad esempio, il PEEK è l'84% più leggero dell'SS316 e il 52% più leggero dell'alluminio 6063. Quando un aereo deve volare, è conveniente abbassare il suo peso perché ogni chilo risparmiato porta a 73 tonnellate di CO2 in meno all'anno».
In quale settore, secondo lei, la stampa 3D e i materiali compositi hanno più possibilità di crescita nel breve e medio termine?
«Nel breve termine vediamo l’industria aerospaziale e della mobilità in prima linea per l’integrazione nei propri processi della stampa 3D e dei materiali polimerici e compositi in sostituzione dei metalli. Nel medio, come Roboze, stiamo sostenendo tantissimo, tramite investimenti massicci in R&S di nuovi materiali o modelli di circular economy, la transizione energetica sostenibile, supportando le aziende dell’industria dell’Energy».
In futuro, saremo in grado di costruire la nostra auto personalizzata direttamente a casa grazie alla stampa 3D?
«Non credo. Sfatiamo un mito: la stampa 3D in ambito industriale è un metodo produttivo. Vediamo piuttosto un aumento di mezzi personalizzati, prodotti con materiali innovati e basati sulle esigenze di ogni singolo consumatore, questo sì!».
CHI È
Alessio Lorusso, founder e CEO di Roboze, inserito nella classifica Forbes 2018 tra i 30 manager europei under 30 più promettenti nella categoria "Industria", è un imprenditore e visionario nel campo della manifattura additiva. La sua idea è quella di rimodellare l’industria manifatturiera nel mondo con soluzioni di stampa 3D ad alta tecnologia, rivolte a promuovere l'accelerazione dell'Industria 4.0 con materiali in sostituzione dei metalli, on demand e just in time, da utilizzare nelle condizioni e nei settori più estremi.
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13 settembre 2022